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Dopo una lunga fase in cui si è immaginato che un pensiero radicale debba necessariamente percorrere una strada destituente, questo libro intende ripensare il rapporto tra vita e istituzioni. Ribaltando tale tesi, Roberto Esposito ... celý popis
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Dopo una lunga fase in cui si è immaginato che un pensiero radicale debba necessariamente percorrere una strada destituente, questo libro intende ripensare il rapporto tra vita e istituzioni. Ribaltando tale tesi, Roberto Esposito non solo ricostruisce il dibattito novecentesco sul ruolo innovativo delle istituzioni, ma ne riconosce la genealogia profonda in tre autori classici come Machiavelli, Spinoza e Hegel. Partendo dall'enigmatico lemma latino, di incerta origine, vitam instituere, l'autore ne coglie la prima elaborazione nella filosofia moderna, lungo una direzione che soltanto oggi sembra sperimentare un possibile esito in una nuova interpretazione del rapporto tra politica e vita. Se nel diritto romano il tema dell'institutio vitae trova un'iniziale enunciazione, è Machiavelli il primo a pensare la politica come energia istituente. Dopo che Spinoza conferisce all'immaginario sociale la capacità di istituire la vita di relazione, Hegel per la prima volta vede nello 'spirito oggettivo' lo spazio in cui società e Stato si articolano nella dinamica delle istituzioni. Ma nel sistema hegeliano, a esprimere la potenza istituente è la stessa dialettica come processo infinito in cui le idee s'incarnano nella realtà. È solo a partire da queste radici moderne che il pensiero contemporaneo trova nel movimento delle istituzioni il luogo strategico in cui i linguaggi della filosofia, dell'antropologia e della politica s'incrociano in un nuovo orizzonte di senso.
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