Kód: 15640580
Nell'Europa fra Quattro e Settecento, larga parte della societŕ era non solo schiacciata dal peso degli status piramidali, immodificabili per legge divina e volontŕ regale, ma anche oltraggiata dalla fame e dalla miseria, tiranneg ... celý popis
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Nell'Europa fra Quattro e Settecento, larga parte della societŕ era non solo schiacciata dal peso degli status piramidali, immodificabili per legge divina e volontŕ regale, ma anche oltraggiata dalla fame e dalla miseria, tiranneggiata dall'uso quotidiano di pani ignobili, spesso mischiati volontariamente con erbe e granaglie tossiche e stupefacenti. Mentre i Galilei, i Cartesio e i Bacone fabbricavano una macchina del mondo razionale e ordinata, la sottoalimentazione cronica e l'ubriachezza domestica generata da queste droghe campestri e familiari lanciavano il corpo sociale in un viaggio onirico di massa, in trance ed esplosioni dionisiache che coinvolgevano interi villaggi, nei meandri di un immaginario collettivo demonico e notturno che compensava un'esistenza invivibile, alle soglie dell'animalitŕ. Nel "Pane selvaggio" Piero Camporesi, ricorrendo a un'ampia campitura di fonti letterarie d'etŕ moderna, racconta un'umanitŕ narcotizzata, preda di una colossale vertigine oppioide, che viveva in un mondo di squallida apatia intellettuale e morale e di disinteresse per le cause piů alte, sprofondata in un universo fantastico. Un'umanitŕ, tuttavia, che ancora conosceva la percezione extrasensoriale della realtŕ, forme di coscienza e di scienza diverse da quelle, a una sola dimensione, della razionalitŕ, e che dunque ancora poteva attingere ai serbatoi onirici che l'interdizione delle erbe allucinogene ha poi distrutto. Prefazione di Umberto Eco.
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